Sosta sulla statale adriatica

Quanto accaduto domenica scorsa a Pesaro (le multe che hanno scatenato la protesta e quindi l'occupazione della statale 16) è un fatto molto grave che deve far riflettere tutti, in modo particolare gli amministratori pesaresi, i bagnini e gli automobilisti che frequentano le spiagge sottomonte. Si è arrivati ad una situazione insostenibile che non può essere più affrontata con qualche posto auto in più, con deroghe speciali, o con inviti alla tolleranza e all'adozione di comportamenti civili. I problemi della sosta lungo la SS 16 sono il frutto di una cultura che ha visto negli ultimi decenni l'esaltazione dell'auto come sinonimo di libertà, come status simbol, come principale e a volte esclusivo strumento di mobilità. L'assenza di politiche nazionali e locali per incentivare l'utilizzo di altri vettori più sostenibili, a livello ambientale e infrastrutturale, ha contribuito a far credere ai più che l'auto sia l'unico modo per raggiungere qualsiasi meta e che l'automobilista vanti diritti superiori agli altri utenti della strada. Noi crediamo che per garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini non possano essere fatti sconti a nessuno, e quindi esprimiamo la nostra solidarietà ai vigili che fanno il loro dovere ed all'assessore alla mobilità che chiede il rispetto delle norme. Tuttavia gli amministratori, che fanno i conti con il mondo del possibile e devono contemperare varie esigenze, non possono limitarsi a gestire l'emergenza ma devono prevenire le situazioni di conflitto con una opportuna programmazione. Quindi invitiamo la Giunta del Comune di Pesaro a ponderare con estrema attenzione l'opportunità di concedere nuove concessioni balneari in un'area priva di parcheggi. Inoltre occorre disincentivare l'uso dell'auto o del mezzo privato con un servizio veloce di bus navetta gratuiti che facciano la spola tra alcuni parcheggi attualmente poco utilizzati (es. il San Decenzio) e le spiagge più frequentate. Ai cittadini chiediamo di sostituire l'auto con la bicicletta e di servirsi della nuova pista ciclabile. Qualche piccolo sacrificio individuale porterà indubbi vantaggi collettivi. Ma il cambiamento delle abitudini non potrà avvenire senza un piena e costruttiva collaborazione degli operatori di spiaggia, che possono fungere da cerniera tra i bagnanti e gli enti pubblici che hanno competenza sul traffico. Gli operatori di spiaggia hanno quindi il compito, non solo di contribuire economicamente ai costi di certe scelte (es. i parcheggi a pagamento, bus navetta) ma anche di aiutare chi si impegna nella difficile battaglia di contenimento dell'uso dell'auto, che è un primo luogo una battaglia culturale e di civiltà.

Fano, 22/06/2005

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